sabato 9 luglio 2016


Ciao a tutti! Oggi vi suggerisco la lettura di un romanzo che fa riflettere sul concetto di appartenenza ad un’etnia e che stimola a porsi delle domande anche su di noi. “La bastarda d’Istanbul” di Elif Shafak.
Un storia tutta al femminile sullo sfondo di un’Istanbul rumorosa e piena dei profumi delle spezie mediorientali, un grande crocevia per gente di ogni provenienza, cultura e religione.
Una storia con un messaggio importante: le vite dei nostri "nemici" possono intrecciarsi alle nostre, cancellando così ogni motivo di separazione e di giudizio del "diverso".
Armanoush, vive negli Stati Uniti ed  è figlia di un’ americana e di un padre di origini armene separatisi anni addietro a causa dell’invadenza della famiglia ultratradizionalista di lui. La madre successivamente, quasi per ripicca sposa un turco e si trasferisce in Arizona. Armanoush esasperata dall’affetto oppressivo della madre e della famiglia del padre, decide di andare in Turchia, facendosi ospitare dalla famiglia del patrigno, per scoprire le sue origini armene.  Arrivata ad Istanbul, la colpisce la grande e colorata famiglia di donne che ritrova. Diventa subito amica legatissima alla cugina diciannovenne  Asya (la bastarda del titolo), insieme andranno alla ricerca del segreto che lega il passato delle loro famiglie.
Questo è un libro con un ritmo inizialmente lento, indispensabile per “far ambientare” il lettore,  ma che proseguendo nella lettura diventa coinvolgente e cattura sempre  più; ci si ritrova, così, magicamente, ad assaporare l'atmosfera delle fiabe delle "Mille e una notte" incastonate in un'ambientazione moderna.
Elif Shafak in questo romanzo affronta con coraggio un tema delicato e ancora molto scottante in Turchia: la questione armena. Non a caso, a seguito dello scalpore suscitato nella società turca nel 2006, alla pubblicazione del romanzo, la scrittrice è addirittura stata accusata di “attacco all'identità turca” in base all'art. 301 del Codice penale turco, l’inchiesta è stata per fortuna  alla fine archiviata dopo qualche mese.
L’autrice rappresenta il simbolo di una Turchia che ha l'audacia  di analizzare la propria coscienza  e  confessare le proprie contraddizioni.

Alla prossima!

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